Le code…una vera e propria prova di sopravvienza!

57420404Tutta colpa di una tessera (un’altra però, non il diavolo sotto sembianze di tessera, alias Premium! – leggere Chi è costui? -). La tessera in questione è la meravigliosa-magnetica-tuttofare dell’ATM. Quella che non timbro mai.

Ora mi serve (per portare lei alla DSM). Non ricordavo nemmeno di averla fatta a suo tempo. Ma la memoria non mi ha ingannata e, rientrata dalle vacanze, l’ho trovata dove doveva essere.

Peccato che da lì a poco sarebbe scaduta…dopo 4 anni di assoluto inutilizzo.

Quindi ieri mi reco all’ATM Point di Cadorna.

Ne so qualcosa io che a fine mese c’è più casino? Come posso saperlo? Frequento forse tutti gli ATM Point di Milano, ogni santissimo giorno, ogni santissimo mese?

Grazie al cielo no.

Ma ieri, la tortura.

Perchè di tortura si è trattata. Anzi doppia.

Primo, la fila: dalle 11.00 alle 12.05. Un’ora della mia vita buttata nel cesso di una stazione metropolitana, a fare una coda deprimente.

Secondo, quelli in fila. Io che notoriamente amo la gente…

Scena. Io in fila, davanti a me una fiumana di gente, più in prossimità una testa bionda di ragazzo. Io che, grazie al cielo, ho con me un libro in borsa…per ogni evenienza. Io che non invado lo spazio libero a fianco del giovine in questione…a che pro? Tanto c’è prima lui…

Quello dietro, sfortunatamente per me, deve aver pensato l’esatto contrario. Ma sfortunatamente anche per lui, perchè è capitato sulla mia strada.

Abbracciato come una cozza dalla sua fidanzata ecuadoregna che non ha smesso un secondo di raccontargi cosa fa da mangiare ai due anziani che accudisce la mattina e cosa fa da mangiare la sera ai bambini che nel frattempo deve portare in palestra nel pomeriggio e la cui madre le ha lasciato 350€ per pagare la suddetta, lui, uomo misero (che suona “politically scorrect”…ma me ne fotto!), di quelli con riporto in testa, capello rigorosamente nero corvino, ovviamente tinto, con giacca jacquard pesaaaante, occhiale con montatura anni ’70, uomo che ha senz’altro trovato la sua dolce metà (???) al ballo latino-americano o, peggio, chattando, lui, dicevo, è di quelli che non sa stare in fila. Perchè ti  deve, in un modo o nell’altro, sfiorare, toccare, insomma, dare un fastidio di quelli inenarrabili, di quelli che ti fanno sbuffare come una cavalla, anzi no, una bufala imbizzarrita, insomma che gli caveresti gli occhi dopo due nanosecondi.

Ma resisto. Per ben quattro, forse cinque secondi! Tra un’occhiataccia e l’altra tirata alle mie spalle, da sopra le pagine del libro.

Dopodichè scoppio.

Mi giro e gli dico: “scusi, potrebbe evitare di venirmi addosso?“. Nel tono più gentile che può uscire dalla mia bocca in quel momento. Del resto devo darmi comunque un contegno…

L’essere risponde: “io non le sto addosso…sto addosso solo alla mia donna!“.

Ovviamente non replico. Non ne ho bisogno. Cosa dire ad uomo che marchia così…la sua donna?

Per i prossimi quattro anni sono a posto! E mi riferivo solo alla tessera… Non alle liti…spero.

Che le colpe dei padri… non ricadano sulle figlie!

56586328Ieri primo giorno in cui LUI la porta all’asilo…alla scuola materna…alla DSM, che dir si voglia!

Proprio quel LUI che normalmente di mattina riattiva i circuiti cerebrali non prima delle 9.30. Proprio quel LUI che viene regolarmente svegliato alle 8.00 allo scopo di lavare e vestire lei, ma che alla fine, poichè io sono già mooolto operativa, si limita a bere silenziosamente la sua tazza di tè, facendo finta di essere presente. Infatti poi ritorna a dormire, subito.

Non ieri mattina. Ieri tocca a LUI.

Domenica sera gli accordi.

Io: “tanto ci devi già andare, dai, mettiamoci d’accordo, tu la porti, io la vado a riprendere, va bene?

LUI: “va bene, va bene

Io: “ma hai capito che lei deve essere lì per le 9.00?

LUI: “ma sì, ti ho detto che va bene?

Io: “ma non è che poi cambi idea perchè hai troppo sonno e mi dici di portarla, perchè io mi alzo al solito orario, ma mica mi preparo, ok?

LUI: “ma no, che non succede, ti ho detto che ci penso io“…un pò insofferente…but I know my chickens…

Quindi lunedì mattina un pò tremo… Gliela butto sul ridere, non si sa mai che si alzi con la luna: “pensa quando ti vedranno in segreteria, non crederanno ai loro occhi…diranno – ehi, ma sei caduto dal letto? – o baggianate simili, ci pensi?

LUI: “umpfgh!” (suo solito bofonchimanto mentre addenta una delle sue schifossime barrette). Non va innervosito, potrebbe reagire male e decidere che non ci va più. Devo essere delicata e agire d’astuzia.

Poichè io sono buona, la lavo e la vesto. Stamattina mi tocca metterle le calzine (la mamma ancora non si arrende alla fine dell’estate, poi fa talmente caldo…), solo perchè le scarpine senza le fanno male. E sia.

Lei è tutta pronta, vestita e pettinata. LUI sta ancora cercando di capire cosa deve fare. Dove deve andare. Con chi. Ma soprattutto perchè.

Non disturbiamolo, lasciamogli raccogliere le idee con calma e tranquillità.

Forse ho esagerato con la calma e la tranquillità.

Forse non era tè, ma gli ho somministrato camomilla.

Mentre sono in bagno a prepararmi (finalmente tocca a me, con tutta la calma possibile oggi), non sento nulla.

Già sappiamo che il silenzio qui da noi non va bene. Non va mai bene.

Metto la testa fuori dal bagno.

E purtroppo ho la conferma ai miei sospetti.

Orrore! Quello che vedo fa spavento!

Meno male…me ne sono accorta in tempo…

Va bene che va alla scuola tedesca, ma i sandali argentati con le calzine viola, NOOOOOO!!!!

LUI che serafico risponde “ah, non me ne ero accorto…“.

Disarmante.

Lei ride divertita…anima innocente…ora ha capito cosa ha rischiato!

Deutsche Schule Mailand…le scoperte.

BC4104-001Siamo ormai inserite e operative. Sempre tutto molto bene.

Pare che la sua amichetta, nonchè compagna di merende, sia una bambina francese con papà tedesco…che parla pochissimo italiano. Quindi, come successo quest’estate (quando in Grecia la sua compare era una bimba russa!), anche in quest’occasione mi sono domandata: “ma come faranno a capirsi?“. Ma poco importa. Così è, sono misteri insondabili…

In tutto questo trambusto, vai e vieni mattutini, incontri ormai fugaci con mamme, cappuccini costosissimi in corso Garibaldi (l’apice raggiunto con ben 1.50euri!!!), mi sono resa conto di una cosa. Che avevo una certezza… Ora questa certezza è preistoria.

Se dici “ragazza alla pari” sei out. Il nuovo da queste parti è “cara quando sono un pò più tranquilla ci prendiamo un caffè, ora proprio non ce la faccio, tra portare i primi due, e ci pensa mio marito, poi lui, e vengo io, insomma, questa è una scuola difficile, non solo per loro, anche per noi… Quindi, almeno all’uscita mando l’au-pair“.

Sorriso di circostanza. Cosa sarà mai? Forse un qualche dialetto tedesco per dire “nonno“? Ma certo! Certo, l’au-pair, mica la ragazza alla pari che fa troppo anni ’80!

Che antica, meno male che la DSM mi sta svecchiando!

“Utente bloccato” a chiiii???

82651535Venerdì…mica 17, no, il 25. E’ un venerdì speciale ok, stasera eventone, ma non è, ripeto, il 17.

Però oggi succede il finimondo.

Una disgrazia…LA disgrazia.

Il mondo ora ha una nuova visione.

LUI può. Io non più.

Cosa sarà mai successo? Ma niente, solo una roba che assomiglia all’apocalisse!

E non riguarda “il demonio sotto sembianze di tessera” (vedere Chi è costui?)

Sono un utente bloccato!

Faccialibro l’ha fatto. Non è leggenda, ma realtà. E può capitare a tutti… Anche a me!

Vado ad illuminare. Ieri inserisco come “commenti” una mia recensione sui soliti gruppi letterari a cui sono iscritta (che suona altisonante, ma non è poi così nella realtà…magari avrei dovuto considerarli in altra maniera e tutto ciò non sarebbe successo…), gruppi presenti in faccialibro, e mentre su uno degli ultimi appare  “in attesa di pubblicazione” (= leggi, “lo sto caricando“), con la mia proverbiale pazienza clicco come una forsennata, meglio isterica, sul pulsante “pubblica“.

Farmi una manicure, nel frattempo? Alzarmi e fare 100 addominali? Stappare una bottiglia di prosecco e trangugiarla tutta? Più semplicemente, aspettare alla prima no, vero?

LUI di solito passa forsennatamente da una pagina all’altra di Mozilla durante le discese di sabbia nella clessidra (perchè, direbbe, LUI è multitasking, ma si sa che lo sono solo le donne), mentre io? Non potevo segarmelo quel ditino?

Risultato: alla fine il mio commento viene pubblicato, mi dice anche con successo.

Dopo forse un’oretta, voglio ringraziare Gianni per aver alzato il pollice al mio post sul calcio (sempre quello sopra riportato)…

La scoperta. La terribile scoperta. Quella che ha segnato il proseguo della serata, quella che mi ha accompagnato come ultimo pensiero prima di dormire e il primo al risveglio…

Sono un utente con i commenti bloccati.

Commenti utente bloccati: Impossibile lasciare commenti a causa del continuo abuso di questa funzione.

Abuso di questa funzione? Per qualche cliccatina???

Sono sopraffatta…dalla notizia, ma soprattutto, dal fatto di non poter replicare a chi mi scrive “finalmente una bella notizia“!!! Quando si dice “la cattiveria della gente“…

E ora?

Ora mi risveglio dall’incubo. Dopo che questi maledetti mi hanno lasciata 24 ore senza possibilità di esprimermi con i commenti…il ritorno alla realtà.

…Però peccato, poteva essere la volta buona per andarsene dall’odioso mondo di FB…

Chi è costui?

890836-001Ieri sera, l’ennesima partita (per meglio dire, “l’orrido giuoco del pallone“). Premessa d’obbligo: Premium è entrato in casa nostra. Il demonio e la tessera.

Come si presenta l’atmosfera qui da noi: nana crollata presto (giornata difficile); gatti che dormono; io che preparo il bagno. Me la voglio proprio prendere comoda, sarà una lunga serata, in attesa che “l’orrido giuoco del pallone” termini.

In tutto questo, LUI non si sente. Mi insospettisco e, prima di tuffarmi in una vasca piena di bolle, lo vado a spiare. Atroce spettacolo!

Ha quelle orride cuffie in testa (stile “ho vinto qualche cosa?“) con cui sta guardando la partita. Penso: “che carino, evita di farmela sentire, sa che sono sensibile… Così non si sente volare una mosca“.

Sciocca. Illusa.

LUI “l’orrido giuoco del pallone” se lo ascolta sì con la cuffia, ma lo commenta pure. Ad alta voce!

Dimenticata così la carineria riservata nei miei confronti, dimenticata soprattutto  la lingua in bocca, viene dato libero sfogo al peggio di un uomo. No, care mie, non al meglio. Solo al peggio.

Mai sentito così prolifico di parole LUI. Lui che di solito mugugna qualcosa davanti al pc, magari mentre fattura o mentre legge qualche notizia. O che gioca, anche.

Qui la questione è diversa. Un altro LUI si è impossessato del nostro LUI. Questo qui ha le cuffie in testa, e con le cuffie in testa dice delle cose orrende! Mentre io, pacifica e beata nella mia vasca, tentavo di rilassarmi.

Macchè.

Parole mai sentite. Un turpiloquio da far accapponare la pelle. Nemmeno un camionista. Anzi, il camionista in tutto questo sembra provenire da Cambridge. LUI no. Se ne esce con parole mai sentite. Di tutto, di più. Cose che non si possono scrivere, cose che voi umani non potete mai aver sentito. Io sì. Dalla mia vasca. L’ultimo posto dove si dovrebbero udire.

Una su tutte (ripetibile, si intende)? “Io a quello gli spacco la gamba…“. Ma a chi? E perchè, poi?

E io, tra lo stare in sala con l’orrida fauce cuffiata a fare la spesa sul pomodoro e andare a letto a leggere con la mia bambina…scelgo il letto! La stanza più lontana da LUI…

Finirà prima o poi “l’orrido giuoco del pallone“?

Per forza, ma non prima che un urlo disumano, davvero, vi giuro, davvero disumano e lancinante, con rumori che lo accompagnano e che sembrano torture corporali, fuoriescao dalla sua bocca schiumante di rabbia.

E il mio pensiero, a questo punto, esausta forse quanto lui, è stato “è così che vengono gli infarti, vero?“.

Letto per voi: nel Club del Venerdì vi sentirete tra amiche…vere! Grazie a Kate Jacobs e alle sue “Le sorprese del venerdì sera”

le sorprese del venerdì seraLe donne del Club del Venerdì si vorrebbe conoscerle, si vorrebbe avere la possibilità di incontrarle. Senza che la loro creatrice, l’autrice Kate Jakobs, assista o faccia da tramite. Ne Le sorprese del venerdì sera si lavora a maglia, non come prestito di una cultura retrograda, piuttosto come esercizio. Sono queste infatti donne che hanno perso il filo e cercano di ritrovarlo, perché lavorare a maglia costringe a parlare meno e ad ascoltare, e ascoltarsi, di più; rende i buchi evidenti e i punti necessari, anche quando è difficile metterli. Si riprende il filato da dove lo si era interrotto: il legame con i giorni passati, in questo modo, è imprescindibile. Ognuna ha i propri fantasmi da guardare in trasparenza, il tempo scolorisce, ma non cancella. Lo sa bene Anita: ogni anno riceve una cartolina senza firma da una città differente. Lo sa bene Lucie: ha voluto una figlia senza nemmeno mettere al corrente l’uomo/padre. Lo sa bene Catherine: ha indossato un vestito una sola volta, l’ha sistemato nella vetrina del suo negozio, ma a qualsiasi cifra non è in vendita. Lo sa bene Dakota: della madre vorrebbe negare l’esistenza, perché se non è esistita davvero allora non è davvero morta. Lo sa bene Darwin: anche lei, come le altre, fa finta di farcela, ma non si aggiusta nulla finché non si ammette la rottura.
Sono donne rammendate, come solo le donne sanno esserlo. Aiuto, anche quando ce n’è bisogno, si cerca di non chiederlo: vorremmo essere accolte, non raccolte.
Le sorprese del venerdì sera è un libro che invita ad abbassare la guardia. In un’unica trama confluisce la nostra vita in continuità con quella di chi a noi si affianca, coincide, si oppone, si intreccia. Alle donne del Club del Venerdì sarà tutto chiaro. Dopo un viaggio. In un luogo magico. Dove camminare per strada non ci farà sentire diversi da quello che ci circonda. Valeria Merlini

Milano in versione “circo della moda”…

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La follia continua…e io mi trovo sempre imbrigliata in questo circo milanese.

Caso vuole che, incurante, ignorante che dir si voglia, della data di inizio delle sfilate, la scorsa settimana ho prenotato il parrucchiere. Quindi, oggi chiamo il taxi per andarci. Minuti di attesa? SOLO 8!!! Per fare da Corso Garibaldi a piazza Lega Lombarda? SOLO un quarto d’ora!!!

E non si può…

Letto IN ANTEPRIMA per voi: spunta un nuovo eroe con Matt Hilton nel suo “L’Inseguitore”.

l'inseguitoreUn protagonista non esiste. Un eroe, sì. In quest’opera prima dell’esordiente Matt Hilton, nel primo thriller d’azione che ci attende al rientro dalle vacanze, ne L’Inseguitore, i nostri fari nella notte sono tre. Un uomo alla ricerca del fratello. Un assassino all’inseguimento di un ladro.
Joe Hunter, l’eroe, ex agente del governo inglese deve trovare il suo fratellastro. Perché a chiederglielo è Jennifer, la moglie. Ma anche Louise, l’amante. John Telfer è sparito. La CNN diffonde sull’intero territorio nazionale notizie sulla sua persona che al fratello non convincono. Hunter chiederà l’aiuto di un suo vecchio compagno d’armi, Jared ‘Rink’ Rington.
Tubal Cain, invece, come lui stesso ama definirsi “il serial killer attualmente più prolifico degli Stati Uniti“, ha una collezione tutta particolare. La conca di Jubal è la sua cassaforte. Dove la polvere si mescola al sangue. E ti si appiccica addosso. Un incidente di percorso, o un incontro sfortunato, lo mette sulla stessa strada del suo “ladro”. A cui non può che fare una promessa: “ci rivedremo, ladro“.
Una caccia per Hunter e Cain. Una fuga per Telfer. Che non deve fermarsi. Perché “la paura e il dolore vanno al di là di ogni cosa, non conoscono confini. Non importa dove sei (…), le urla di una vittima sono uguali dappertutto“.
Sentiremo ancora parlare di Joe Hunter. Il successo per il primo libro è stato talmente esorbitante che l’autore ha già un contratto per le prossime uscite in cui il protagonista è sempre lui. Joe Hunter. Colui che risolve ogni problema. Non chiamatelo vigilante. Sarebbe troppo dequalificante. Valeria Merlini

Oggi Milano impazzisce…

retroscena_490LE SFILATE DI MERCOLEDì 23

Avete mai provato a prendere un taxi all’apertura delle sfilate milanesi? Beh, io oggi l’ho fatto…e mi è costato parecchio…

Il bello è stato vedere la mia città “addobbata” più che per le feste, per il circo. In ogni luogo, soprattutto dietro la DSM (zona Moscova), il tripudio. Il brutto? Aver calcolato male i tempi, visto che la prima sfilata iniziava alle 10.30 (le 11.00, a detta del mio taxista).

A che ora l’ho preso io? Ovviamente alle 9.45, insomma nel pieno del marasma…

Almeno ci fosse stato delirio per la pioggia…mi sarei messa gli Hunter!

Fotografia, United artists of Italy

Sandro Becchetti, Andy Warhol, 1972, fotografia ai sali d’argento, 26x40cm Copyright ©Sandro Becchetti, courtesy Massimo Minini

Già presentata al Museo di Saint Etienne e al Palais de Beaux Arts di Bruxelles, “United artists of Italy”, la mostra dedicata a grandi fotografi italiani, arriva ora a Milano. L’esposizione, nata da un progetto di Massimo Minini e realizzata in collaborazione con 24Ore Motta Cultura, presenta 200 immagini scattate da 22 tra i più importanti fotografi italiani – da Gabriele Basilico a Gianni Berengo Gardin, da Luigi Ghirri a Mario Giacomelli, da Mimmo Jodice a Ugo Mulas a Ferdinando Scianna e molti altri – che ritraggono i volti dei più significativi artisti contemporanei, italiani e internazionali. Ne emerge una sorta di storia dell’arte contemporanea vista attraverso non le opere, ma le fattezze e il modo di operare degli artisti (da Warhol a Beuys), di galleristi come Leo Castelli, di scrittoi come Pasolini, Calvino, Moravia che spesso hanno mostrato all’obiettivo angoli nascosti del loro carattere (r.m.) “United artists of Italy”. Fondazione Stelline, corso Magenta 61. Aperta da martedì a domenica, 10-20, dal 24 settembre al 31 gennaio. Ingresso 8 Euro

[21 settembre 2009]